mercoledì 5 gennaio 2011

L’Urlo della Terra. Trattore e aratro al posto dei pennelli


Si può urlare anche restando in silenzio. Come ha fatto Dario Gambarin, che in sella al suo trattore ha dipinto il famoso Urlo di Munch su un terreno di 50.000 metri quadrati. L’opera di land art è stata realizzata dall’artista veronese lo scorso novembre nella campagna di Castagnaro, in provincia di Verona.

«Il mio è un grido non solo di angoscia, come era quello del pittore norvegese, ma anche di allarme: salviamoci, fino a che siamo in tempo». Gambarin spiega così il suo atto di protesta pacifico contro il dissesto idrogeologico del territorio che ha portato al recente alluvione in Veneto. «Non si può tradire la terra perché è come tradire noi stessi e la nostra vita, ogni forma di vita. Il territorio va protetto, difeso, pensando al futuro, alle generazioni che verranno». L’Urlo di Gambarin, dipinto “a ruota libera” con l’aratro al posto del pennello, è ben visibile dall’alto; dallo stesso cielo che non ha dato tregua agli alluvionati nemmeno il giorno di Natale.

Usando la terra al posto della tela, nel 2010 l’artista veneto ha voluto interpretare a modo suo anche altri avvenimenti dell’anno, come la vincita morale di Nelson Mandela ai mondiali di calcio e i sofferti colloqui di pace tra israeliani e palestinesi spinti dagli Stati Uniti.



Mandela Winner, spiega Gambarin, «è un omaggio al leader sudafricano che considero il vincitore morale di questi mondiali di calcio. Ho grande rispetto per Mandela e per la sua lotta per i diritti dell’uomo».


«Se non c’è pace si rischia la morte». Pax on Earth - oltre ad essere il titolo dell’opera - è la scritta in latino e inglese che campeggia al centro del terreno dipinto dall’aratro. Un augurio “terreno” di pace tra una menorah (il candelabro a sette braccia simbolo ebraico per eccellenza), un cristogramma (una grande P intersecata da una X che rappresenta il monogramma di Cristo) e la mezzaluna con a fianco una stella (in cui si riconoscono i Paesi a maggioranza musulmana).

«L’arte è un’avventura dello spirito, del pensiero e dell’immaginazione creativa. Solo chi ha il coraggio di affrontare questo viaggio con libera volontà, assumendosi il rischio della propria integrità, può esplorare queste sfaccettate realtà».
Questo è il manifesto artistico di Dario Gambarin. L’arte né politicizzata né fine a se stessa. Ma terrena e UMANA.


1 commento:

  1. « Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura... e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. »

    E tu? Ti fermi o continui a camminare?

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