martedì 12 ottobre 2010

Un "Alien" di nome Giovanni

Milano - 30 ottobre 2007, ore 18,25.  
Mi telefona la Fede: “Lisa, dove sei? Io e la Vale stiamo andando alla Feltrinelli. Alle sei e mezza c’è Allevi che presenta il nuovo cd. Vieni?”. Belle amiche, sapevano benissimo che ero appena uscita dal Conservatorio dopo un’intensa lezione di pianoforte e che non sarei riuscita - nemmeno volendo - a raggiungerle…

Milano - 29 febbraio 2008.
È l’ora dei regali. Stralunata per la stanchezza ma soddisfatta per la meta raggiunta. Un papiro che ripercorre le tappe della mia storia “pianistica”, un prezioso mini pianoforte in swarovsky, un copri-tastiera in pelliccia leopardata, la raccolta dei Notturni di Chopin con dedica della mia storica insegnante di piano… il cd “Allevi Live” uscito pochi mesi prima, un biglietto-comitiva per il suo concerto… il suo autografo personalizzato fatto per me alla Feltrinelli… belle amiche, veramente belle!

Milano, Teatro Smeraldo - 10 marzo 2008.
Semplicemente emozionante.
Ne avevo già parlato con le mie amiche. “Un genio”.
Ne avevo già parlato con i miei compagni di conservatorio. “Un invasato”.
Ne avevo già parlato con alcuni maestri di musica. “Non durerà tanto”.
Aldilà di tutte le critiche, le discussioni, gli orgogli feriti. Aldilà della diatriba musica classica sì, musica classica no. Il suo è un genere diverso, ibrido (un po’ pop un po’ jazz), che piace ad un vasto pubblico. E lui sa come conquistarlo. Con le sue melodie immediatamente riconoscibili, le sue battute sul palco, i suoi ricci indomabili, i suoi aneddoti biografici. Strano per un pianista. Ma semplicemente emozionante. Punto.

Italia, Giappone, Stati Uniti - 28 settembre 2010.
Esce il suo nuovo album, "Alien", che lo stesso Giovanni definisce “il disco più dolce, impetuoso e passionale che sia mai uscito dalle mie dita. Ho lasciato che la musica fluisse senza alcuna limitazione, verso una costruzione complessa, dove la tecnica compositiva è sempre al servizio dell’espressività. La creazione musicale mi porta in luoghi talmente lontani dalla quotidianità, astratti e al tempo stesso emotivi, che ogni volta mi ritrovo a guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da sentirmi un alieno circondato da alieni. “Alien” è un lavoro sperimentale, dove la ricerca musicale è tesa verso la dilatazione delle forme e il raggiungimento di una purezza maniacale del suono, volti ad esaltare le sonorità e i ritmi della contemporaneità”.
In realtà non ci sono grosse novità tecnico-stilistiche, bensì melodie che “alienamente” si insedieranno presto nella mente dei fan, vecchi e nuovi.
Desideravo da tempo sentirlo interpretare un brano “non suo”. E stavolta sono stata accontentata. Nella versione deluxe del nuovo disco, Giovanni suona il Notturno Op. 27 n°2 di Chopin. Un’interpretazione “alleviana” appunto: un tocco leggero e brillante, una conduzione delle frasi molto libera, una dilatata gamma sonora, usata più per sorprendere che per esprimere.
Forse bastano le sue parole per capire il fenomeno che è diventato: “Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune.”

Un consiglio a Giovanni: non dire più che la tua è “musica classica contemporanea”.
Così tutti ti ameranno di più. O ne parleranno di meno?

Grazie di cuore alla "compa del college": Fede F., Vale, Fede O., Roby, Stefy, Francy, Giulia, Ale, Marta, Lucy.

 

3 commenti:

  1. Hai ragione Giovanni Allevi è veramente un fuori classe. Sentirlo suonare fa bene all'animo.
    Trovo che anche dal punto di vista mediatico sia un genio, come Glen Gould, seppur nella loro diversità, ha saputo attirarsi il favore del vasto pubblico attraverso l'ampio scenario mediatico globale.

    Buon lavoro.

    Sole

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  2. "Non bisogna mai avere paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo" (G. Allevi)

    grazie a te splendida fanciulla
    la Vale

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  3. Anch’io ho avuto la fortuna di poterlo ascoltare qualche anno fa, all’auditorium Santa Chiara di Trento, nel concerto di chiusura del suo “Joy Tour”, prima della sua partenza alla volta degli Stati Uniti alla conquista del leggendario Blue Note ! ... quando ancora sapevo poco o niente di chi fosse quel pianista di nome Giovanni Allevi di cui tu mi avevi parlato, poco tempo prima, della sua creatività e dell’ “esplosività” della sua scrittura.
    Si è presentato in t-shirt e jeans come un ragazzo di quindici anni, la camminata un po’ impacciata sembrava stesse all’interno di una bolla di sapone...
    Era coinvolgente ascoltare, dalla sua voce, quali diverse e a volte imprevedibili situazioni avessero ispirato i brani che con dovizia di particolati ci presentava ... e le sue dita creavano un tutt’uno con la tastiera creando fantastiche melodie.
    Quella sera mi sono emozionata.
    Tanto.
    Alla fine del concerto ho cercato disperatamente più di un’ora, tra spintoni vari, il suo autografo ... e poi l’ho dedicato alla mia pianista preferita !!!

    Micky

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