Il pianista Antonio Maria Tessoni e il tenore Marcello Nardis |
Nel cammino esistenziale percorso dal protagonista dei 24 Lieder schubertiani, composti su poesie di Wilhelm Müller, la parola viene prima della musica. Ma la musica ha il compito di sottolineare il significato testuale, e, allo stesso tempo, di intensificarne la propensione spirituale. Tali forme artistiche, nel Lied, assumono pari dignità, come, analogamente, paritario è il rapporto tra i due Maestri esecutori. “Io e Antonio siamo come due fuochi della stessa ellisse. È come se, quando concertiamo assieme, lo facessimo faccia a faccia, come se ci fosse una terza persona a dirigerci”. A sottolineare, nel Lied, il valore della concertazione assoluta tra voce e pianoforte è in prima persona Marcello Nardis, giovane tenore italiano dalla già intensa e proficua carriera internazionale. “Antonio ha una conoscenza assoluta del testo poetico (dote indispensabile che non tutti i pianisti hanno)”, continua Nardis, tale da facilitare enormemente la costruzione di quell’unicum sonoro caratteristico di una filologica e coerente interpretazione. Ogni suono prodotto, sia dalla voce che dalla tastiera, infatti, possiedono la preziosa capacità di evocarne il corrispettivo poetico e sonoro. A tal proposito, ecco cosa ci ha raccontato il M° Tessoni...
M° Tessoni, com’è nata la conoscenza e la collaborazione con Marcello Nardis?
La nostra conoscenza è avvenuta a Firenze nell’ottobre del 2009 durante un incontro artistico con Irwin Gage, sicuramente uno dei pianisti più famosi ed esperti nell’ambito del repertorio liederistico. E’ nata immediatamente una profonda sintonia sul piano umano, prima ancora che su quello musicale, che ci ha portato a rivederci e ad avviare una solida collaborazione professionale. Il bellissimo timbro vocale, la facilità tecnica e l’intensità espressiva di Marcello hanno subito carpito la mia attenzione e il desiderio di condividere con lui la magia delle esecuzioni liederistiche. In seguito ho potuto conoscere e apprezzare anche il suo spessore culturale e la sua altissima professionalità in virtù della quale nessuna performance viene data per scontata ma risulta continuamente ravvivata da uno studio accurato e da una assidua ricerca di miglioramento. Ne è uno esempio la Winterreise, composizione che Marcello ha ormai eseguito solo in Italia più di sessanta volte, ma che egli sottopone a un continuo affinamento interpretativo.
Nel Lied, pianoforte e voce concertano alla pari. Quali sono i criteri interpretativi fondamentali su cui si basa, in particolare, l’esecuzione pianistica?
Le scelte interpretative nel Lied devono nascere e fondarsi su una accurata conoscenza del testo poetico. Il testo poetico è l’anima di ogni Lied. Così come “il Lied è frammento dell’anima”, per dirla con Lukas. In altre parole “Erlebnis” : esperienza di vita realmente vissuta in tutte le sue connotazioni, dalla gioia al dolore. E’ proprio la lettura del testo poetico che ha mosso nell’animo del compositore emozioni profonde e la necessità di dar loro risonanza attraverso i suoni! E’ dai significati espressivi, dal ritmo, dalla sonorità della parola che prendono forma le tensioni armoniche, l’articolazione ritmica, le arcate melodiche della scrittura musicale. In questa prospettiva diventa di fondamentale importanza una visione unitaria della composizione liederistica che metta in relazione parte vocale, scrittura pianistica e contenuto espressivo del testo poetico. Il Lied è una magica alchimia tra parola e musica perché questo incontro, in particolare nel Romanticismo, dà vita a una nuova entità inscindibile come dall’unione di due metalli nasce una nuova lega.
Il rapporto pianista-tenore. In cantiere un “Manuale per la sopravvivenza”?
Con Marcello spesso abbiamo scherzato, nei nostri viaggi e nelle nostre convivenze, sulle differenti necessità tra un cantante e un pianista e soprattutto sulle attenzioni che un pianista deve avere per il proprio tenore se con questi desidera avere una longeva vita professionale! Perciò è nata l’idea di un “Manuale di sopravvivenza” che con stile ironico e leggero affronti le reali e pericolose problematiche di co-abitazione tra i due soggetti.
La Winterreise di Schubert, metafora del cammino che ogni uomo compie sulla Terra. Le prossime tappe del viaggio artistico del M° Tessoni?
Da oltre vent’anni il mio cammino di interprete continua ad essere collegato e stimolato artisticamente dalla docenza in Conservatorio. La pratica dell’insegnamento del pianoforte promuove l’osservazione e la risoluzione dei problemi tecnici ed interpretativi che emergono nello studio del repertorio solistico e di conseguenza consolida le basi nello studio di quello liederistico. La mia collaborazione con i più diversi strumentisti, dal canto suo, ha favorito in me l’acquisizione di uno stile pianistico che tiene sempre conto del respiro musicale come (del) respiro vocale. Non è un caso, dunque, che i miei impegni concertistici si integrino convintamente al costante impegno didattico. Domani, partirò per Gerusalemme alla volta dell’Istituto musicale Magnificat per esaminare alcuni studenti e fornire indicazioni per il miglioramento delle attività di insegnamento. Tra studio, impegni concertistici , attività didattica e la benedizione del Tenore, non rinuncio, inoltre, ai miei allenamenti sportivi dedicati al tennis tavolo del quale sono un appassionato giocatore.
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